martedì, settembre 26, 2006

Magdi Allam, un grande articolo.

Riporto qui un articolo di Magdi Allam apparso oggi sul sito del corriere della sera
Qual'ora si ritenesse una violazione l'aver trasmesso in questo blog questao articolo sono naturalmente pronto a rimuoverlo previa segnalazione alla mia mail: fabioleonemail@yahoo. com

QUELLE DONNE DAVANTI A BENEDETTO

di MAGDI ALLAM
L'immagine di Benedetto XVI che stringe calorosamente tra le sue mani quelle delicate di 5 donne elegantemente vestite alla moda occidentale e di 7 cristiani sui 19 rappresentanti di Paesi a maggioranza musulmana e di cultura prevalentemente maschilista, testimonia la complessità di un mondo che erroneamente percepiamo come un blocco monolitico, integralista e immutabile.
Come è diverso l'islam raccolto ieri in udienza dal Papa a Castel Gandolfo. Altro che caffettani, turbanti, minacciose barbe lunghe dell'homo islamicus e burqa che annullano la personalità femminile! Ed è in questo contesto che riaccredita la realtà plurale, anche se tutt'altro che pluralista dell' islam, che il Papa ha formalizzato le basi dottrinali, razionali e ideali di quella che a ragione può essere definita una svolta storica nel rapporto tra la Chiesa cattolica e l'islam. Chi insinuava che il teologo Ratzinger non è uno statista ma uno studioso poco avvezzo alle logiche della Realpolitik, deve ora ricredersi. Nell'incontro di ieri con gli ambasciatori dei Paesi a maggioranza musulmana e singoli esponenti della Consulta per l'islam italiano, Benedetto XVI ha dimostrato una rara capacità politica di gestione di una insidiosissima crisi internazionale che chiamava in causa, da un lato, il legittimo diritto della Chiesa alla libertà d'espressione sull'islam e, dall'altro, la necessità di isolare e contenere le reazioni più estremiste e terroristiche islamiche. La maestria del Papa si è espressa nell'aver sottratto la vicenda della contestata citazione di Maometto fatta dall'imperatore bizantino Manuele II Paleologo, dall'ambito strettamente religioso affidandola principalmente alla sfera della politica. Individuando nei governi e nei loro rappresentanti gli interlocutori privilegiati, anziché nell'eterogenea e conflittuale realtà dei movimenti islamici organizzati. Un passaggio che implica la scelta di un contesto dove è più agevole il connubio tra la fede e la ragione all'insegna della ragion di Stato, rispetto a un altro profondamente segnato dall' oltranzismo ideologico che strumentalizza l'islam per conquistare il potere.
La tempra di Benedetto XVI è testimoniata dalla sua pacata ma erma opposizione a «scusarsi» per aver legittimamente espresso una valutazione storica sull'islam il 12 settembre all' Università di Ratisbona, anche se in due occasioni, il 17 e il 20 settembre, aveva espresso il proprio «rammarico» perché i musulmani si sono sentiti offesi. Ieri ha totalmente ignorato la vicenda. Il messaggio è chiarissimo: per la Chiesa il caso è definitivamente chiuso. Il fatto che non abbia dato la parola agli ambasciatori dei Paesi a maggioranza musulmana, testimonia ancor di più il suo convincimento che il suo diritto alla libertà d'espressione sull'islam non possa essere messo in discussione davanti alle telecamere, oggetto di confronto pubblico con la controparte, ciò che avrebbe potuto sottintendere la disponibilità a un compromesso che inevitabilmente si sarebbe tradotto in cedimento. Escludendo la possibilità di replica agli ambasciatori, dopo il suo breve discorso in francese, il Papa ha lanciato un segnale inequivocabile: sul diritto alla libertà della Chiesa di esprimersi sull' islam, anche se la valutazione non dovesse risultare gradita ai musulmani, non si mercanteggia.
Ma non è azzardato dire che Benedetto XVI abbia in realtà tolto da un grande imbarazzo gli Stati a maggioranza musulmana. Perché difficilmente i loro governi avrebbero potuto concordare un atteggiamento unitario e una risposta univoca al suo discorso, svelando una conflittualità profonda e ancestrale, presente in seno all'islam sin dai suoi esordi, e che solo la presenza di un nemico esterno riesce a camuffare. Ed è proprio per tale ragione che i predicatori d'odio, legati ai Fratelli Musulmani e ai gruppi jihadisti, continuano a soffiare sul fuoco, a minacciare il Papa fino a quando non avrà formalizzato le «scuse» e non avrà eliminato la citazione contestata dal testo ufficiale del suo discorso. Ecco perché il probabile successo del Papa è nell'essere riuscito a trasformare quella che rassomigliava una «guerra santa» dell'insieme dell'islam contro la Chiesa cattolica, in un scontro interno all'islam stesso.
Magdi Allam
26 settembre 2006

Il fatto e' che...

... che non mi do' abbastanza da fare. Punto. Sono partito col piede sbagliato ed ora ho sperimentato diverse situazioni che mi hanno portato al rivedere come reagisco alle difficolta ed al confrontarmi con me stesso... per anni ho cercato di aiutare chi si sentiva perso di fronte ad una difficolta'. Ora ho sperimentato la difficolta' e son dovuto scendere a patti con me stesso per non cadere in depressione. Una bella lezione di vita... mi sento quasi uno stupido a scrivere queste righe: continuo a pensare che altri leggendole pensino che io sia stato un ingenuo fin'ora.

Riannodiamo un po' i fili per far capire come nasce questa riflessione.

Essenzialmente dalla mia scelta professionale: l'essere un "artista". All'inizio di questo Blog scrivevo appunto del come la gente abbia in testa un'immagine stereotipata dell'artista, sempre collegata al Bohemiene che vive tra sigarette, allucinogeni, tute di lavoro sporche, donne di dubbio valore e pochi soldi...
Io sono sposato, non fumo, mi limito a qualche birra e quando lavoro cerco di mantenere il maggior ordine possibile (abitudine ereditata dalla mia maestra di iconografia... lavorare con pigmenti a volte velenosi implica una certa disciplina... a tal punto che i professionisti russi ci prendono un po' in giro dicendo, quando entrano in un laboratorio "italiano", che sembriamo impiegati di una farmacia, piu' che pittori... ma non divaghiamo), ma la testa sulle nuvole la ho, ed ho pensato che formandomi ad un mestiere cosi' particolare, avrei avuto commissioni facilmente se avessi dimostrato di essere tecnicamente capace.... e cosi' ho iniziato a lavorare di getto, postando mail a destra e a manca ed intervenendo in qualche forum cattolico (deprimenti)... qualche feedback lo ho avuto ed ho venduto tre iconette nel giro di poche settimane. Esaltato dal "successo" ho continuato a studiare nuovi soggetti e sperimentare delle tecniche che avevo solo teoricamente affrontato nei corsi di formazione... ma lo slancio iniziale si e' esaurito. E' da Gennaio che non ho commissioni: il lavoro per Latina e' stato l'ultimo. Mia moglie, nel campo dell'Illustrazione soffre dello stesso problema: non ci cercano. Come guadagnarci il pane?
Abbiamo riflettuto moltissimo al come uscirne... mi sento come un marinaio vittima della bonaccia. Decidemmo alfine di trasferirci in Italia e di ricominciare li'. Avrei lasciato questo mestiere per qualcosa di "piu' realistico", ma i nostri piani sono naufragati quando l'associazione che lavora a Cori non ha accettato la nostra proposta di collaborazione con la bottega del centro, e proponendoci dei turni di lavoro incompatibili col tempo che a noi servirebbe per renderci indipendenti. Qundi siamo bloccati qui. Senza commissioni, senza prospettive... almeno senza prospettive se non proviamo qualcosa di diverso.

Mi sono sentito arrabbiato, abbattuto ed anche un po' scemo. Continuavo a pensare:
"Perche' questo lavoro?"
"Perche' i frati, che hanno proposto la nostra formazione, non ci chiedono nulla?"
"Possibile che con tutti gli amici credenti che ho, nessuno tramite loro suggerimento, mi abbia mai chiesto un lavoro?"

Nel frattempo avevamo anche iniziato la trafila burocratica per trasferirci in Italia: trasferimento della mia residenza li', non-rinnovo del mio permesso di soggiorno, trasferimento di parte del mio materiale di lavoro....
quindi ora sono senza materiale, senza residenza qui (e neanche in Italia, se proprio vogliamo essere fiscali), e col permesso di soggiorno scaduto... quindi sono in "partenza coatta": Venerdi' andro' in Italia via autobus, per completare il cambio di residenza, per poi torrnare qui la settimana dopo e denunciarmi nuovamente come turista.

Nel mio cervello brilla una insegna al Neon: "benvenuto al mondo del precariato".
Ma recentemente siamo tornati da Bruxelles dove Smiki ha aperto una mostra personale... ci ha aperto un po' gli occhi. Ma scrivero' come, quando e perche' nel prossimo post...

domenica, settembre 03, 2006

Scartabellando gli archivi...

Sto iniziando a mettere ordine negli archivi del Pc... presto iniziero' a fare backup in vista della partenza e non mi va di giocare all'archeologo tra 2 HD e 300 e passa Giga di informazioni...
Sono incappato in 2 documenti carini che "ritraggono" 2 momenti importanti del nostro periodo qui in Croazia: il primo e' una serie di foto; documentano i danni alla Fiat Punto dopo l'incidente che ha coinvolto i genitori di Smiki ed il padre di Senia(la moglie di Siniša)... Da quel momento il padre di Smiki ha tre viti nella rotula, zoppica ancora. La commissione medica non ha ritenuto opportuno mandarlo in un centro di riabilitazione "full-Time"... alle domande sul perche', un membro (uso questo termine proprio perche' richiama una precisa parte anatomica al quale si sono dimostrati encefalicamente affini...) della commissione ha risposto che avevano da risolvere prima i problemi di un 85enne con problemi alle articolazioni.... 85 anni! E' NORMALE avere problemi! Per questo 85enne, un adulto in eta' lavorativa zoppica! Tiriamo naturalmente una linea sulla sicurezza nell'abitacolo offerta dalla Punto.... macchina pesantemente danneggiata per un tamponamento neanche troppo violento. Ma poteva andare peggio, quindi su con il morale.

Il secondo documento e' un file WORD contenente una lettera che ho inviato alla redazione del maggiore periodico religioso Croato, il Glas Koncila ("voce del concilio"). La mia intenzione era veder pubblicato un articolo SERIO riguardo all'arte sacra tradizionale, in quanto questo aspetto, qui in Croazia e' ampiamente sottovalutato e oggetto, talvolta, di attacchi ingiustificati (credo risalenti al conflitto coi Serbi, in maggioranza Ortodossi); ecco il testo della prima lettera, inviato alla responsabile di zona:
"Gentile S.ra (bla bla),

Mi Chiamo Fabio Leone. Ho trovato il Suo contatto mail consultando il Giornale "Glas Koncila". Sono un Iconografo che vive e lavora a Varazdin. Risiedo qui stabilmente da piu' di un anno e da almeno altri 6 frequento questa citta'. Lavorando e vivendo qui, continuo a riscontrare molta resistenza sia da parte dei laici che che dei religiosi all'avvicinarsi ad un'arte sacra canonica e di qualita' (e le chiese sono piene di esempi che invece di invogliare alla preghiera, la spengono).
Credo che tutto cio' sia da imputare soprattutto ad una mancata conoscenza dell'argomento e delle sue potenzialita'. Pur avendo deciso di stabilirmi qui ed essendo uno dei pochissimi in Croazia che lavora in questo campo in modo professionale, sono costretto a dirigere i miei lavori verso l'Italia, ove da molti anni e' iniziato un cammino di riscoperta di quest'arte soprattutto da parte della chiesa cattolica.
Confido nel suo aiuto per poter, tramite il "Glas Koncila", pubblicare un articolo che spieghi la bellezza di quest'arte, che invogli i credenti a non chiudere gli occhi quando sono in chiesa, ma ad aprirli per trovare opere che lo aiutino a dirigere e fissare il proprio sguardo verso la bellezza di Dio. Il mio lavoro e' un servizio alla Chiesa, ed ho bisogno di un aiuto.
Il mio Portfolio e' visionabile qui:
http://pg.photos.yahoo.com/ph/fabioleonemail/album?.dir=cfcf&.src=ph&store=&prodid=&.done=http%3a//photos.yahoo.com/ph//my_photos

La prego di prenderne visione, e di farmi sapere, rispondendo a questa e-mail, se e' interessata o no al darmi la possibilita' di pubblicare un articolo."

Mi rispose che "se avessi voluto pubblicizzare la mia attivita', avrei dovuto comprare uno spazio pubblicitario". Ingoiata un po' di bile, mi rimisi al PC e compilai questa seconda lettera:

"Mi scuso, per prima cosa, della poca chiarezza nella mia precedente e-mail. Cerchero' di spiegarmi meglio: Il mio obiettivo e' quello di veder pubblicato sul GK un articolo (o piu' articoli) che parli di arte sacra tradizionale, soprattutto dal punto di vista delle reali potenzialita' di questo mezzo liturgico. Credo sia doveroso, come credenti, muoverci per poter innescare un processo di auto-critica ed educazione, in quanto sempre piu' le chiese che frequento si appoggiano, per la realizzazione di arredamenti sacri, ad artisti i quali nulla sanno di liturgia e le cui opere sono tutto tranne che sacre. Il risultato e' sotto gli occhi di tutti: i credenti non hanno piu' molti riferimenti ove dirigere le proprie preghiere e spesso i religiosi per ricreare un punto di interesse nelle celebrazioni ricorrono ad espedienti i quali, invece di educare l'orante al raccoglimento ed al cercare in se' stessi la preghiera da offrire a Dio, li spinge ad essere sempre piu' passivi di una liturgia fatta da cine-proiettori, immagini pseudo-religiose e meditazioni spesso fin troppo superficiali. E tutta la ricchezza dell'arte tradizionale? Perche' deve essere bollata come "muta"? Forse siamo noi ad essere ciechi e sordi?
La tradizione comporta sapienza, maturata nel corso di centinaia di anni di discernimento...ed oggi sento troppo spesso giudizi superficiali rispetto all'arte delle Icone...giudicate come "roba da Ortodossi", oppure come arte ormai morta!
Come professionista in questo campo posso dire che non e' cosi'; e' un patrimonio che appartiene ad entrambe le Chiese e permette un dialogo fruttuoso. Ultimamente anche il Santo Padre J.Ratzinger ci ha richiamato all'importanza dell'immagine come predicazione Evangelica. (Introduzione al compendio della Chiesa Cattolica).
Nelle mani di chi lasciamo questo importante compito? Spesso nelle mani di persone incompetenti.
Il mio obiettivo e' veder un articolo pubblicato sul GK trattante questi argomenti. Non sono un giornalista, quindi, gentilmente chiedo a lei di scrivere questo articolo. Non e' mia intenzione "pubblicizzarmi" come pittore di Icone, ma di offrire il mio punto di vista per la stesura di un articolo... potremmo incontrarci e parlarne. Mi spiace dirlo, perche' mi trovo in Croazia da diverso tempo e la apprezzo, ma devo ammettere che, in quanto ad auto-critica ed apprendimento, la Croazia e' molto indietro rispetto a tante altre realta'; Italia, Francia, Germania (paese ad altissima percentuale atea), Inghilterra, Giappone..... tutti paesi che hanno, da anni, iniziato un cammino di riscoperta dell'arte tradizionale e che gia' ne stanno raccogliendo i frutti. E la Croazia? Il vittimismo non serve... serve una sana educazione ed un giornale e' un punto di partenza ottimale."

Cosa rispose la solerte giornalista? Disse che avrei fatto meglio ad inviare la lettera al redattore del Glas Koncila. Cosi' Feci. La risposta fu: "abbiamo gia' un iconografo che scrive per noi, grazie, ma non ci interessa"...FALSO! Per 3 motivi:
1- Mai visto un articolo sulle icone.
2- Non ho mai sentito parlare di iconografi residenti in Croazia... l'unico che dice di se' di esserlo, in realta' ha solo studiato in Russia ed e' un pittore tutt'altro che sacro.
3- NON VOGLIO SCRIVERE UN ARTICOLO! Perche' rispondono a richieste che non faccio?

L'ignoranza e' una brutta bestia... cosi' decisi di rivolgermi a chi SA cosa sia l'arte sacra! Telefonai alla sede della Chiesa ortodossa a Zagabria... sapevo che stavano programmando dei restauri per la loro chiesa. Chiesi se la notizia era confermate ed una bisbetica segretaria rispose "non c'e' nulla in programma, arrivederci"... altra bile...

L'altra mattina, mentre stavo riverniciando il portone in vista dell'inverno, torna la madre di Smiki dal supermercato e mi porge un articolo da un giornale settimanale: la chiesa ortodossa di Zagabria in pesante restauro... stanno rifacendo TUTTI gli affreschi in stile canonico. Programmati i restauri anche per una chiesa piu' piccola fuori Zagabria.

.................. >:-(