giovedì, aprile 19, 2007

Le ingerenze della CEI

Sono solitamente restio al porre nel blog scritti d'opinione... poiche' non e' a tale scopo che il mio blog esiste, ma su tale argomento sto ultimamente spendendo molte energie ed ho appena finito di compilare questo intervento in un forum Cattolico. In linee essenziali sto riflettendo sui dubbi che molti hanno sulle presunte ingerenze della CEI in ambito "politico" e rifletto sulla prospettiva che non sia la CEI ad "interferire" sui parlamentari cattolici, ma che siano i parlamentari che pur chiamandosi cattolici, non esprimono il punto di vista dell'elettore cattolico... ricevendo una "tirata d'orecchie" da chi e' chiamato a sorvegliare sul cammino del gregge dei credenti... i pastori del gregge, per l'appunto. Ecco il mio intervento:

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Sicuri di aver letto bene gli interventi della CEI?

Non crediate che mi diverta lo stare qui e fare il “bastian contrario” della situazione. Discutere di tali e controversi argomenti e' per me solo uno stimolo al riflettere e migliorare nella conoscenza... e mi domando: c'e' forse il pericolo di attribuire ad organi della chiesa funzioni e caratteristiche che non le competono? In parole ancora piu' essenziali... conosciamo gli elementi base di cio' di cui stiamo discutendo? Io mi ci metto per primo in mezzo e cerco di salire alla radice. Questa e' la definizione di CEI data dall'utilissima Wikipedia:

La Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) è la conferenza episcopale dell'Italia. Come tale è l'assemblea permanente dei vescovi italiani. Nasce a Firenze l'8 gennaio 1952, sotto forma d'assemblea dei presidenti delle conferenze episcopali delle regioni conciliari italiane. La conferenza episcopale italiana è l'unica il cui presidente è nominato personalmente dal papa in qualità di primate d'Italia, e non eletto dai membri.

Gia' in questa definizione vi sono spunti interessanti, ma sezioniando ancora di piu' il problema, mi sono chiesto: QUALI FUNZIONI, DIRITTI E DOVERI HA UN VESCOVO nei riguardi del proprio gregge?

Sempre estratto da Wikipedia (nella voce “vescovo”):
Il Vescovo, nel cristianesimo, è il responsabile (pastore) di una diocesi ed è considerato successore degli apostoli. La parola viene dal greco επισκοπος, che significa "supervisore".
Precisa il Codice di diritto canonico:
I Vescovi, che per divina istituzione sono successori degli Apostoli, mediante lo Spirito Santo che è stato loro donato, sono costituiti Pastori della Chiesa, perché siano anch'essi maestri di dottrina, sacerdoti del sacro culto e ministri del governo (Can. 375).
Secondo questo testo, e secondo le linee comuni della teologia, il ministero o servizio del vescovo si sviluppa lungo tre direttrici:
Dimensione regale (governare, cioè servire): il vescovo è il responsabile dell'attività pastorale della comunità diocesana, il primo dei servitori del popolo di Dio.
Dimensione profetica (insegnare): il vescovo è il maestro nella fede del popolo di Dio a lui affidato, ha la funzione di insegnare con autorità la dottrina rivelata da Dio.
Dimensione sacerdotale (santificare): presiedendo la celebrazione dei sacramenti, è strumento di Dio per la santificazione del suo popolo.
L'insieme di tutti i vescovi prende il nome di Collegio episcopale. I concili ecumenici sono riunioni di tutti i vescovi del mondo per trattare temi di fede e di morale. A livello locale i vescovi sono organizzati in conferenze episcopali su base nazionale. Le cariche della conferenza episcopale sono elettive e a scadenza determinata.

Cerchero' di riflettere su alcuni aspetti dell'appartenenza alla chiesa e sull'interazione che il fedele ha con cio' che comunemente chiamiamo “gerarchia”:
Avvicinarsi al credo cattolico e' inscindibile dall'avvicinarsi alla “chiesa” (l'assemblea che rappresenta il corpo di Cristo nella storia), fatta di persone...ed in quanto tali, soggette all'errore e, grazie a Dio, capaci anche di grandi traguardi... e non dimentichiamo che il dono della “profezia” e' elemento fondante nella dottrina cattolica...ma non voglio divagare... volevo semplicemente ribadire che, essendo una struttura fondata sull'uomo e sulla fallibilita' umana, l'unico modo che l'uomo ha per preservare un messaggio e trasportarlo attraverso i secoli e', appunto, il dotarsi di regole, gerarchie ed ordini. Quindi ritengo un punto fermo la presenza della chiesa come gerarchia. Passando oltre... cosa significa, individualmente, abbracciare il credo? Comporta l'affidarsi. Riconoscere che singolarmente non abbiamo tutte le carte necessarie per raggiungere un obiettivo e riconoscere un ruolo di guida a chi e' “custode” della dottrina che puo' darci le risposte che cerchiamo. In questo ci siamo in mezzo tutti... uomini, donne, metalmeccanici, centraliniste e parlamentari... Il “cattolico”, abbracciando la sua fede accetta di far parte di una comunita' all'interno di altre comunita', ma non in senso “sovversivo” ma da un punto di vista morale ed etico. Come ho letto in altri interventi, la morale e l'etica, nella societa' vengono prima della legge. Far parte della Chiesa DEVE essere inquadrato in questa prospettiva: essere guidati nella propria formazione morale ed etica. I vescovi, per quanto afferma Wikipedia, hanno esattamente questa funzione: guidare ed essere “maestri di dottrina”, a loro volta sotto la guida del Pontefice (ricordiamo che il solo il Papa ha il potere di eleggere la presidenza della CEI). Questi “maestri di dottrina” per poter agire organicamente, secondo le esigenze del gregge loro affidato, e' organizzato in assemblee nazionali...qui in Italia, appunto, la CEI.

Sono stato prolisso, scusatemi, nel porre le basi del mio intervento e cerchero' di essere piu' conciso. I vescovi hanno il dovere di espletare la propria funzione di guida morale ed etica...ed il credente cattolico, il quale SCEGLIE di far parte del gregge, deve accettare di essere preso per mano e guidato al comprendere la complessita' di alcune scelte morali ed etiche. POCO IMPORTA se poi nella realta' lavorativa tale credente sia un metalmeccanico od un parlamentare. I richiami fatti dalla CEI (nella funzione che la stessa chiesa da' loro, e con l'autorita' che gli stessi credenti riconoscono e sotto cui si pongono) sono destinati al vivere NELLE proprie realta' il messaggio e la dottrina cattolica. A che serve andare in chiesa, confessarsi con le mani giunte e gli occhi al cielo e prendere tra le labbra il corpo di CRISTO se poi, al di fuori delle mura della parrocchia ci comportiamo nel modo che condannavamo mentre sedevamo tra i banchi della chiesa? O peggio ancora che merito avremmo, come cristiani, leggere con meraviglia gli insegnamenti di Cristo e poi vivere la mia vita come un “sepolcro imbiancato”? Nella vita comunitaria del cittadino, siamo chiamati non sempre alla pluralita', ma anche alla scelta, alla presa di posizione. Esssere sempre accomodanti non e' cio' che il messaggio Cristiano trasmette. Oggi viviamo questa illusione paradossalmente insegnata da chi nella chiesa NON E' e pensa che il cristiano sia il fesso seduto nell'angolo col sorriso stampato in faccia e pronto a porgere l'altra guancia per amor di “Dio”. Vi sentite davvero cosi'?

Io so che nel mio lavoro, nella mia vita, sono chiamato a testimoniare il MIO credo, la MIA scelta, non imponendola agli altri, ma facendone vedere il valore ed al contempo dimostrare che c'e' posto per i MIEI valori in QUESTA societa'. Coloro che si prendono il ruolo di MIO portavoce, facendosi eleggere in parlamento dicendo “Io saro' rappresentante del punto di vista Cattolico” deve fare cio' che dice, altrimenti e' solo una cosa ai miei occhi: un sepolcro imbiancato. I richiami della Cei sono in questa prospettiva e fermatevi a leggere i link che ho proposto... sono destinati a TUTTO il popolo di Dio con l'esortazione del vivere concretamente, nella propria realta' personale e lavorativa la scelta Cristiana. La politica non e' e non deve essere esente da questo... anzi essendo uno dei lavori che piu' di altri interagisce con morale ed etica, piu' di altri devono considerare l'importanza del proprio lavoro.

D'altra parte non nego che ci siano aspetti che non sono di mio gradimento all'interno della chiesa: Bagnasco che non si dimette dal suo ruolo di cappellano militare (ma vorrei ascoltare la SUA versione dei fatti, invece di lamentarmi senza conoscere i suoi pensieri), oppure il Papa che usa mantelli di Ermellino quando tutti conoscono come vengono sfruttati ed uccisi brutalmente gli animali da pelliccia.... ma sono uomini e nella mia prospettiva c'e' la pazienza e la comprensione del limite umano. Quello che mi importa e' il messaggio che puo' essere tramandato anche da mani “indegne”. Nella mia vita sono ben lontano dall'essere perfetto e non condanno nessuno per la stessa imperfezione che riscontro nel mio quotidiano. Ma credo fortemente nell'impegno personale della testimonianza.

Riflettiamo poi sul significato che oggi si da' al termine “Politica”...uno spunto interessante viene dalle parole del Comico-Giornalista Daniele Luttazzi, proprio a rigurdo del dibattito che ci fu' tra “mondo politico” e chiesa nell'ambito della guerra in Afghanistan:

A parte che, non so se avete notato, ma l'accezione "fare politica" è presa dalla Casa delle Libertà in senso negativo (non so il papa dice di essere contrario alla guerra e Schifani dice "il papa fa politica")... Fare politica e' una cosa nobile.

Oggigiorno sembra siano solo i “politici” a dover fare politica... e noi? Le nostre scelte? Le nostre responsabilita'? Sembra quasi che delegare al governo qualcuno, invece di essere cio' che il termine indica (delegare=dare il compito di rappresentare), significhi lavarsene le mani e poi lamentarsi se il “politico” fa i propri interessi. Il politico cattolico deve esprimere i MIEI interessi e la costituzione lo dice chiaramente riguardo ai vincoli di mandato. Nessuno sembra rendersi conto che oltre che essere anti-etico farsi eleggere e poi disattendere LIBERAMENTE gli elettori, e' anche anti-costituzionale. L'ultimo che si e' rifiutato di chinare il capo ai doveri di partito e non votare il rifinanziamento e' stato preso a pugni dai suoi colleghi!

Una domanda a tutti coloro che seguono la discussione: come voi vorreste che lavorasse l'assemblea dei pastori italiani... altrimenti detta CEI?
In ultimo: siete davvero sicuri che cio' che viene fatta passare per “anomalia” od “ingerneza” sia esclusivamente un fenomeno italiano?
E' davvero etico e "Cristiano" non prendere posizione riguardo a problemi morali ed etici per “il bene della pluralita'”? Rilancio ancora una volta un quesito a cui non ottengo risposta: Pluralita' idelogica comporta pluralita' etica?

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L'intervento finisce qui, ma per dovere di completezza fornisco link agli articoli che fecero "scoppiare" questo caso:

Il primo e' l'intervento di Bagnasco, riguardo all'eticita' delle unioni:
LINK 1

Il secondo e' la nota della CEI in risposta al putiferio che il sopralinkato intervento ha scatenato:
LINK 2

Il terzo e' l'intervento della CEI indirizzato a tutti i credenti, con l'indicazione del prendere posizione netta riguardo a temi etici e morali. Intervento che ha recentemente reinfiammato il dibattito sulle "ingerenze":
LINK 3

lunedì, aprile 16, 2007

Animazione

Stasera abbiamo tenuto la sesta lezione di animazione. Per mettermi alla prova ho lavorato ad un paio degli esercizi base che abbiamo propinato ai nostri "allievi".... che dire... il risultato mi sorprende. Ed al primo tentativo! Bello conforntarsi con nuove sfide. Ma e' solo una palla che rimbalza. Propedeutico ma divertente.











E adesso andiamo a mangiarci una bella tazza di Tapioca.

sabato, aprile 14, 2007

Restyling

Sto convertendo il blog al sistema aggiornato di Blogger. Alcuni elementi andranno persi... pazienza. La pagina pero' diverra' piu' flessibile e configurabile. Intanto sono alla ricerca di come reinserire alcuni tool piuttosto gradevoli.

martedì, aprile 03, 2007

Cordoglio

Oggi, circa alle 9.30 del mattino, e' mancata mia nonna. La madre di mia madre, l'ultima della vecchia guardia nella mia famiglia. Se n'e' andata nel suo letto, dormendo, con tutti i figli accanto.
Mi spiace non poter essere vicino ai miei parenti in questo momento.
La sofferenza per un distacco a volte e' espressione del nostro piccolo egoismo: non soffriamo perche' una persona e' morta... soffriamo perche' noi non possiamo piu' stare assieme a lei. Mia nonna ora sta sicuramente meglio di quanto stiamo noi. Alziamo la testa ed usiamo questo momento di cordoglio per ricordare il bene che mia nonna ha portato nelle nostre vite e non per alimentare solo il nostro dolore.

20Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò 21e disse:

«Nudo uscii dal seno di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!».

22In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.