sabato, maggio 05, 2007

Le polemiche sui "funerali negati" di Welby

Avevo precedentemente espresso la mia titubanza nel porre nel blog miei scritti d'opinione... con la semi-convinzione di ricorrevi raramente in futuro. Pochi giorni dopo l'aver postato i miei pensieri sulle "Ingerenze della CEI", mi contraddico, affrontando questo chiacchierato argomento. Ho riflettuto molto negli ultimi mesi riguardo alle polemiche sui funerali "negati" a Piergiorgio Welby.... ultimamente la faccenda, nel passare da televisione ad orecchio, da bocca a bocca, da persona a forum, si sta trasformando come si trasformano le parole sussurrate tra bambini nel gioco del telefono. L'ultima che ho letto, in un forum, mi ha fatto decidere di mettere nuovamente nero su bianco il frutto delle mie riflessioni: "il povero Welby rifiutato dalla chiesa, sebbene cattolico".

Mi permetto di ricordare che Piergiorgio Welby in vita era dichiaratamente ateo. Cosa vede un ateo in un funerale? Vede un gruppo di persone che si riunisce per un rito senza alcun significato. Vede un uomo con la sottana avvicinarsi ad una bara, fare qualche segno in aria, dire qualche frase senza senso e spruzzare la bara d'acqua. Tutto qui.

Di seguito posto un intervento da me redatto per un forum cattolico, riguardo alla polemica su Welby, riaccesa dalle parole di Rivera nel corso del concertone del primo Maggio a Roma.

***

Siamo qui per discutere (...)... sai che tedio se qui tutti la pensassero allo stesso modo... quindi benvenga il nostro disaccordo. E' dal disaccordo che nascono discussioni feconde ed e' anche grazie a discussioni come queste che ho potuto approfondire aspetti dellla mia fede che prima non prendevo in esame.

In un primo momento, tornando al caso Welby, ero anche io perplesso di fronte al rifiuto delle esequie... ma visto che sono un radicale rompiscatole sono andato nel dettaglio a vedere quali furono le dichiarazioni di Welby stesso, del Vicariato di Roma, del catechismo della chiesa cattolica... apriori non mi fido di cio' che i media trasmettono e tante volte questo mio approccio ha pagato molto... molto bene. Quindi entro nel merito del discorso e provo a spiegare cio' che penso, con l'invito PER TUTTI di leggere cosa disse Welby in vita della chiesa... di Dio e della religione... cosa disse il Vicariato romano in risposta alla richiesta di Welby e cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica... che e' in parole semplici lo statuto di tutti i cristiani. Dobbiamo conoscerlo:

La chiesa e' una comunita'... il termine stesso deriva da "ecclesia" (riunione), quindi denota un insieme di persone che attuano la scelta di appartenervi. Welby ha pubblicamente dichiarato di essere ateo. Egli stesso si e' posto al di fuori della "ecclesia". Non entro nel merito della sua morte, ma di per se' l'essere ateo dichiarato comporta una risposta-scelta coerente da parte della Chiesa-istituzione. Le scelte della Chiesa sono (dovrebbero, o almeno... cercano di essere Nda) coerenti con quanto scritto nelle sacre scritture. So che menzionare le sacre scritture puo' apparire come il "rifugio dei deboli", poiche' nelle scritture si puo' leggere tutto e niente a seconda delle intenzioni... ma alcuni passaggi, piu' di altri, sono estremamente chiari. Ad esempio, quando i discepoli tornarono dopo la loro prima "missione" da Gesu' e iniziarono a discutere sul cosa la gente diceva del loro Maestro. Gesu' tronca il discorso e con una frase tagliente e terribile smonta il loro entusiasmo chiedendo "Chi dite VOI chi Io sia?".

Ti sembra poco?

Come "Chiesa" siamo chiamati ad una scelta PERSONALE sul far parte o no della ecclesia stessa. PERSONALE. Me ne frego altamente di cio' che dicono gli altri di Cristo. SONO IO a dover dare il mio credo (come rispose Pietro). Welby non solo si e' preoccupato di delegare ad altri la propria "risposta" (disse che i funerali erano solo per far piacere alla moglie), ma in vita disse che Dio non esiste. Ha trattato la Chiesa come una associazione folkloristica cui ricorrere solo come tradizione. Mi spiace ma io non ci sto. Recentemente qui in Croazia e' morto un politico molto amato e rispettato. Non e' stato celebrato un funerale in chiesa. Era Ateo e nessuno ha detto "a" riguardo a cio'. Semplicemente, la sua morte e' stata coerente con quello che egli stesso credeva in vita.
A volte invertire la prospettiva e' un metodo utile per comprendere i perche' di un argomento sensibile: come ne sarebbe uscita la chiesa istituzione se avesse permesso i funerali? Da una parte avrebbe evitato tali difficolta', ma sarebbe apparsa incoerente con se stessa ed avrebbe sminuito la radicalita' della scelta se essere cattolici o no. Ci sarebbero state comunque voci di chi afferma che "la chiesa "ipocrita" parla male delle persone e poi intasca i soldi dei funerali" (quanta gente avrebbe partecipato alla messa infarcendo il cestino delle offerte? Io sento continuamente tali superficiali commenti).

Welby era un uomo di cultura ed in piena coscienza di se' fino alla morte. Per tutta la vita ha rifiutato l'esistenza di Dio e l'estensione di Dio nella storia che e' la Chiesa. Non aveva senso celebrare un funerale. Occhio pero' alla risposta della curia romana, la quale afferma di aver deciso di non offrire esequie religiose ma che garantisce la preghiera per l'anima di Welby. I toni con cui invece i media dipingono la posizione della curia sono quelli dell'inquisizione. Questo e' cattivo giornalismo.

Riguardo al paragone con altri “scomodi” funerali comunque celebrati... Inizio col ribadire cio che ho affermato prima: e' la risposta personale quella che conta... a prescindere se poi siamo peccatori o no. Un salmo (Salmo 130) recitava: “Se tu guardi le colpe, o Signore, chi resisterà? Ma presso di te è il perdono, io ti temo e spero”. Questa e' una prospettiva salvifica incredibilmente profonda. Welby non accettava tale prospettiva. Per lui non esisteva. Persone che hanno avuto una vita cosparsa di orrendi peccati sono persone naturalmente da non imitare, ma se non erano atei, hanno avuto diritto alle esequie. E' duro da mandare giu' ma e' cosi'. Provate a pensare alla parabola del figliol prodigo. Un Padre, due figli. Uno parte e sperpera la sua vita in atti abominevoli. Il Padre e' comunque in attesa del suo ritorno. Ma quello che da sempre mi affascina e' la reazione dell'altro figlio, il quale si LAMENTA DELLA BONTA' del Padre verso il figlio peccatore. Oggi ascoltiamo tante volte la voce di questo figlio deluso, ma non lo colleghiamo alla parabola del figliol prodigo. Pinochet e' stata una persona disgustosa, ma se non ha disconosciuto Dio, io non voglio fare come il figlio deluso. Sara' Dio a giudicarlo. La Chiesa in questo caso e' stata coerente con se stessa.

E' davvero difficile tracciare questa linea distintiva tra un ateo che in vita non ha fatto nulla di male ed un tremendo peccatore che non ha comunque disconosciuto Dio. Terribile.
Si potrebbe comunque argomentare che, con le proprie azioni, persone come Pinochet hanno dimostrato di non credere e rispettare Dio. Sono davvero tentato nel vederla cosi'...poi ripenso alla parabola ed al salmo che ho citato.

(...)

Il problema non e' PARLARNE... ben venga la discussione, ma DEVE essere impostata correttamente, soprattutto riguardo a temi sensibili come la morte, l'eutanasia, la malattia ed il dolore... e la delusione. Esattamente cio' di cui parlava il figlio deluso al Padre che aveva appena riaccolto un figlio “immeritevole”.

Tutto cio' non toglie che avremmo comunque bisogno di una chiesa piu' vicina alla sofferenza dei singoli, ma il “pars pro toto” e' una logica che non funziona e per tale moditivo dovremmo meditare molto di piu' prima di gettare il bambino assieme all'acqua sporca... soprattutto chi ha piu' potere nella comunicazione. Piu' potere... piu' responsabilita'.

***

Qui termina l'intervento, ma ho ancora alcune considerazioni:
1. La curia di Roma, nel comunicare la propria decisione nel rifiutare le esequie, non ha rifiutato un sacramento, ha semplicemente rifiutato il commiato funebre che si esegue durante una messa in suffragio del defunto. Il commiato funebre e' un rito... come tale ha valore solo se la persona che lo riceve crede in esso. Welby aveva scelto di non credere, non effettuare il commiato rituale e' in rispetto della vita vissuta da Welby. Per come se ne parla, sembra che la Chiesa abbia accusato Welby di apostasia e lo abbia totalmente escluso.... SBAGLIATO. Le messe in suffragio della sua anima vengono comunque celebrate. Tutta questa rabbia e delusione sono per cosa? spesso per la propria ignoranza.
2. La Chiesa viene criticata continuamente di Ipocrisia... non nego nulla: la Chiesa-istituzione talvolta non e' proprio l'esempio da imitare; ma PERCHE', se in questo caso ha preso una decisione tutto sommato coerente, bisogna sminuirne il valore paragonandolo ad altri avvenimenti "scomodi". Insomma... e' preferibile un po' di coerenza o nessuna coerenza?
3. Il funerale non e' il "premio" per la vita virtuosa o per le persone illustri, Il funerale e' il saluto ad un membro della chiesa... santo o peccatore che sia. Da sempre la Chiesa accetta di celebrare funerali ad orrendi peccatori che comunque non hanno abiurato la fede. Cosa succedera' quando il Dalai Lama morira'? Tutti a lamentarsi perche' non e' stato celbrato un funerale cattolico? Sono sicuro che una delegazione Cristiana vi partecipera', ma il rito sara' secondo i dettami buddisti.

Dopo questo fiume di parole tocco un ultimo "dettaglio": Welby gia' solo per il suo non essere cattolico non ha avuto diritto alle esequie religiose, ma oltre a questo si aggiunge anche che egli mori' con la convinzione di voler porre fine alla propria vita... secondo sue stesse dichiarazioni: se ne avesse avute le forze, avrebbe staccato la "spina" da solo. Il rifiuto della vita e' in contrasto con la dottrina cattolica. Colui che lascia questa terra come suicida lucido e volontario, perde il diritto ai funerali. La dottrina cattolica e' molto precisa e basta dare una letta al Catechismo della chiesa cattolica per capire. Come ultima nota, ci tengo a precisare che il suicida "volontario" e' visto differentemente dal suicida "disperato" dalla dottrina cattolica, al quale la chiesa offre, comunque, esequie rituali.

In ultimo riporto il famoso comunicato del vicariato di Roma riguardo ai funerali di Welby. Date un'occhiata agli articoli del Catechismo dell chiesa cattolica che vengono citati... forse scoprirete che la chiesa e' piu' lucida e umana di cio' che si ascolta da chi parla senza conoscere.

«In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325). Non vengono meno però la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti».



1 commento:

Fabrizio Sebastiani ha detto...

Molto interessante: a distanza di tempo mi ha aiutato a rivedere la mia posizione su questo famigerato e discusso Caso Welby che ancora fa parlare di se.

Ho un mio blog con un post "a caldo" su cui oggi mi sono auto-commentato e auto-corretto citando questa tua ottima sintesi:

[bzImage]: Welby ci chiede umiltà
post del 26 dicembre 2006